
Protesi totale di anca
Lo scopo di una protesi totale di anca è quello di eliminare il dolore, ripristinare la funzionalità e migliorare la qualità di vita dei pazienti che soffrono di artrosi o di altre problematiche legate all’anca. Tale scopo è stato raggiunto originariamente negli anni sessanta e da allora sono stati fatti molti progressi.
L’artroprotesi dell’anca è oggi una procedura chirurgica molto comune con risultati clinici eccezionali. In un’anca artrosica, la testa del femore viene rimpiazzata con una sfera in ceramica posizionata su uno stelo (cementato o no) nel femore e fatta articolare con una coppa con all’interno un inserto in ceramica o polietilene. Il sistema è fissato con un pressfit (incastro) sul versante acetabolare.

Protesi ceramica su ceramica
La ceramica è stata introdotta nel 1970 nella chirurgia dell’anca. Il primo ad utilizzarla è stato Pierre Boutin, in Francia, e dopo di lui Mittelmeyer in Germania. L’obiettivo ricercato è stato quello di ridurre la produzione delle particelle d’usura al fine di ottenere risultati migliori con i pazienti giovani. Da allora oltre 300.000 protesi ceramica su ceramica sono state impiantate nel mondo. Inizialmente si sono incontrati numerosi problemi dovuti sia a fratture della ceramica che ad osteolisi nell’interfaccia osso/protesi. Tuttavia, altri studi scientifici su larga scala riportavano risultati più ottimisti. I primi impianti di questo tipo fallirono, non solo per via della qualità scadente della ceramica (alluminio ossidato), ma anche per la forma degli impianti e delle tecniche chirurgiche, forse ancora troppo rudimentali. La caratteristica più significativa dell’accoppiamento ceramica su ceramica è la sua biocompatibilità nonché la sua natura inerte. In circostanze normali (circostanze biomeccaniche ideali dopo l’impianto), l’usura dei componenti protesici è minima. La reazione biologica è ridotta al minimo e consiste nella presenza di tessuti fibrosi con un numero piccolissimo di macrofagi e cellule giganti. Tuttavia, quando le condizioni meccaniche sono compromesse, come per esempio in casi di frattura o di mobilizzazione dei componenti protesici, ci sarà una reazione biologica più importante causata da un più gran numero di particelle d’usura. Grazie ai progressi fatti a livello delle proprietà meccaniche della ceramica, a forme più idonee delle protesi d’oggi e a tecniche chirurgiche più evolute, i vecchi problemi riscontrati con la ceramica sono stai superati, per cui la scelta dell’accoppiamento ceramica su ceramica risulta quella più vantaggiosa. Per di più, questo accoppiamento è quello che vanta il tasso di sopravvivenza più lungo con pazienti giovani (
Resurfacing dell'anca
La chirurgia di rivestimento dell'anca è l'approccio più vicino all'anca naturale:
– maggiore risparmio osseo
– miglior recupero in biomeccanica
– sensazione più naturale
– maggiori possibilità di praticare sport d’impatto
– normale recupero dell’andatura
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Il sistema di hip resurfacing è un rivestimento dell’anca che consiste in due lamine di acciaio emisferiche che ricoprono l’articolazione. La differenza con un intervento di protesi tradizionale è la non invasività sul tessuto osseo, in quanto il problema degenerativo dell’anca, nella maggior parte dei casi, interessa la cartilagine e per questo il rivestimento dell’anca interviene sulla sostituzione della cartilagine, sia sul versante acetabolare che femorale, restituendo una nuova superficie di carico.

I PRO 1) Pattern di camminata più normale Gli studi hanno dimostrato che i modelli di deambulazione sono più naturali dopo il rivestimento dell'anca rispetto alla tradizionale sostituzione dell'anca. Nell'analisi dell'andatura sono stati osservati anche un aumento del carico sull'anca e un miglioramento della spinta. I pazienti riferiscono inoltre che il rivestimento dell'anca risulta molto naturale. 2) Maggiore stabilità e maggiore attività Poiché la dimensione della sfera e dell'incavo è simile a quella dell'anca originale, il rischio di lussazione è molto più basso per il rivestimento dell'anca rispetto alla sostituzione totale dell'anca convenzionale, anche nelle attività che richiedono un'ampia gamma di movimenti come il surf, il tennis e il calcio . Il rivestimento dell'anca utilizza superfici portanti resistenti agli urti e all'usura che sono più adatte a richieste di attività più elevate. Questo vale per il tradizionale impianto di rivestimento metallo su metallo e per il nuovo impianto ceramica su ceramica. Questo, insieme alla preservazione dell'osso, fa sì che i pazienti con rivestimento dell'anca siano più in grado di tornare ad attività come la corsa e gli sport d'impatto. 3) Conservazione e revisione dell'anca Un rivestimento dell'anca preserva una parte maggiore del tuo osso naturale. Poiché i componenti (chiamati impianti) utilizzati nelle protesi d'anca e nel rivestimento dell'anca sono parti meccaniche, possono usurarsi o allentarsi nel tempo e richiedere una seconda operazione chiamata revisione. Se in futuro sarà necessaria la revisione di una protesi d'anca, preservare questo osso rende la procedura molto più semplice ed è simile all'esecuzione di una sostituzione totale dell'anca standard.
I CONTRO Se l’intervento viene eseguito da un chirurgo esperto i contro sono esigui. Esiste una possibilità di reazioni di ipersensibilità o allergiche alle componenti della lega metallica, e ad una possibile sofferenza della testa del femore incapsulata. I rischi si attestano intorno all’1% globalmente. L’usura anomala causata da un malposizionamento di tutti i sistemi protesici comporta complicanze: nel caso del polietilene (attualmente quello più utilizzato a livello mondiale) si può verificare la malattia da polietilene, nel caso della ceramica si può avere la rottura del dispositivo e nel caso del metallo si può andare incontro a metallosi. La differenza sostanziale è che solo con quest’ultimo sistema esistono markers misurabili (dosaggio di cromo e cobalto nel sangue) per intercettare precocemente un’usura anomala, negli altri sistemi il problema viene rilevato clinicamente solo quando il danno si è già instaurato.

Il paziente adatto al resurfacing:
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Fino a poco tempo fa, il rivestimento dell’anca era riservato ai giovani maschi attivi con una dimensione della testa femorale superiore a 50 mm di diametro. Ciò era dovuto al fatto che erano stati osservati tassi di fallimento elevati nel rivestimento di superficie metallo su metallo in donne e pazienti con teste femorali piccole.
Con l'introduzione di ReCerf, un impianto ceramica su ceramica, queste limitazioni potranno essere rimosse e il rivestimento potrà essere offerto a tutti i pazienti attivi. Le uniche limitazioni che rimangono sono i pazienti con anche displastiche molto gravi (forma anomala) o necrosi avascolare grave in cui l'osso della testa del femore è morto e non può supportare l'impianto di rivestimento.
Revisione di protesi d'anca
Quando una delle componenti protesiche o tutte e due sono usurate o mobilizzate, è necessario sostituirle. Si parla allora di revisione di impianto.
Esistono varie ragioni per la mobilizzazione delle protesi:
– osteolisi (riassorbimento osseo) indotto da particolato di polietilene;
– infezione (settica);
– frattura (per esempio da caduta).
L´intervento di revisione implica una chirurgia più lunga e difficile con tassi di complicanze maggiori rispetto ad un primo impianto di protesi.

Osteotomia acetabolare triplanare
La displasia dell’anca è una malattia che si sviluppa alla nascita o nei primi anni di vita più comunemente nelle donne.
La displasia dell’anca può essere quindi di origine genetica ma può anche svilupparsi in conseguenza di altre malattie dell’articolazione dell’anca, come ad esempio Sindrome Legg-Calvé-Perthes.
Questa patologia è bilaterale nel 50% dei pazienti. Nella maggior parte dei casi, la malattia viene diagnosticata tra i 15 e i 30 anni, ma i sintomi possono comparire anche prima o più tardi nella vita.
Nei pazienti con displasia dell’anca, l’acetabolo non si sviluppa a matrice sulla componente femorale e quindi successivamente non fornirà una corretta copertura alla testa del femore per distribuire in modo corretto i carichi nella deambulazione.
Quando in questi pazienti la displasia in assenza di coxartrosi avanzata , procura sintomatologia dolorosa e discomfort costante nella quotidianità e maggiormente aumentando la richiesta funzionale è possibile ricorrere all’ intervento definito PAO (osteotomia periacetabolare), nota anche come osteotomia triplanare di Ganz .
Durante l’operazione, l’acetabolo viene parzialmente distaccato dal bacino in modo che possa essere riorientato e quindi creare una maggior congruenza/copertura della testa del femore.